Avete presente cosa succede quando, dopo tanti sforzi e fatica arriva la certezza che ce l’abbiamo fatta, che il cliente è stato conquistato, il prodotto è stato ingegnerizzato, il risultato insomma è stato raggiunto?
In quel momento al silenzio composto del clima di ufficio si sostituisce un entusiasmo contagioso e ci lasciamo andare addirittura a qualche abbraccio.
Questa grande forza che fa da collante tra le persone è il senso di appartenenza, un bisogno fondamentale dell’individuo e un sentimento che proviamo quando ci sentiamo inclusi e accettati e valorizzati per quello che siamo.
Il senso di appartenenza ha un impatto positivo sulla nostra motivazione, sull’impegno a promuovere lo sviluppo della nostra “squadra” e quindi sulle prestazioni complessive.
Nelle aziende in cui i collaboratori si sentono motivati e coinvolti,
Ricerca dell’Università di San Gallo, Svizzera
l’utile è mediamente più elevato del 71%
Ma in smartworking, funziona ancora così?
Oggi, dopo un anno di smartworking forzato e un futuro in cui diventerà il modo di lavorare diffuso e comune per tanti di noi, è proprio il senso di appartenenza il fattore critico di successo.
La buona notizia è che la distanza fisica, grazie anche all’aiuto della tecnologia, ha permesso alle persone di superare il senso di isolamento e di disconnessione.
L’invito è quello di creare condizioni che ci permettano di sentire che stiamo contribuendo, che ciò che facciamo serve e ha impatto per tutti. Perché appartenere è un po’ questo. Dimenticare il confine del mio io individuale per sentirmi tutt’uno con il gruppo e ancora oltre, dell’organizzazione. Così ci riappropriamo del vero senso e del vero scopo per cui lavoriamo.
Tips e consigli non richiesti
Cominciare le riunioni dandosi 5 minuti per parlare di come si sta
- Organizzare chiamate di «piacere»/condivisione allargata invitando colleghi/manager di altri team per creare connessioni intra-team di team diversi
- Organizzare attività divertenti, sfide e contest che coinvolgano colleghi di funzioni diverse
- Organizzare delle sessioni di brain storming a distanza
- Diffondere una cultura del “riconoscimento” – riconosco il tuo contributo al gruppo
- Festeggiare i successi, anche a distanza
Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più.
Haruki Murakami
E tu che impronta hai scelto di lasciare nel luogo in cui lavori?